La Basilica di San Clemente, offre l'opportunità di ripercorrere tre periodo storici. Al livello della strada c'è infatti una chiesa del XII secolo; sotto giace una chiesa del IV secolo e più sotto ancora ci sono antichi edifici romani, tra cui un Tempio di Mitra. I livelli superiori sono dedicati a San Clemente, quarto papa della storia, che fu esiliato in Crimea e annegato. La sua vita è illustrata in alcuni degli affreschi della chiesa del IV secolo. Nel XVII secolo la zona fu presa in consegna dai frati domenicani irlandesi che ancora oggi proseguono gli scavi iniziati da padre Mullooly nel 1857. L’interno della Basilica superiore, benché alterato dagli interventi settecenteschi (stucchi, affreschi e i tre ricchi soffitti lignei), conserva la struttura di inizi sec. XII, a tre navate concluse da absidi e divise da 16 antiche colonne lisce e scanalate (i capitelli in stucco sono di restauro) interrotte al centro da due setti murari; il bel pavimento è cosmatesco. La Navata centrale: nel soffitto, "Gloria di San Clemente", affresco di Giuseppe Chiari (1714-19); alle pareti sopra il cornicione, storie di S. Ignazio a destra e di San Clemente a sinistra, ciclo di affreschi eseguiti tra gli altri da Pier Leone Ghezzi (a destra "Martirio di S. Ignazio"), Giovanni Odazzi (a sinistra "Traslazione del corpo di San Clemente") e Sebastiano Conca (a sinistra "San Clemente in Crimea", "apparizione dell’angelo" e "Prodigio della fonte"). Nel mezzo della navata è la Schola Cantorum, del secolo XII ma con elementi appartenenti alla chiesa inferiore: i due amboni e il candelabro tortile sono cosmateschi. Un recinto marmoreo, con plutei e transenne con monogramma di Giovanni II (secolo VI), la divide dal Presbiterio, che ospita il ciborio cosmatesco a quattro colonne di pavonazzetto e tettuccio a colonnine (secolo XII); addossata all’abside, è la coeva cattedra episcopale. Il catino è rivestito del pregevolissimo mosaico con il "Trionfo della Croce", tra le opere di più alta qualità della scuola romana della prima metà del secolo XII: al centro il Crocifisso con le 12 colombe (gli apostoli) tra la Vergine e S. Giovanni; dalla base della croce, che poggia su un cespo d’acanto, si svolge un motivo a girali che occupano tutto il fondo racchiudendo piccole figure, mentre in basso i cervi si abbeverano ai rivoli che sgorgano dalla croce; sull’arco trionfale, Cristo con i simboli degli evangelisti, i Ss. Pietro e Clemente con Geremia e la città di Gerusalemme a destra, i Ss. Lorenzo e Paolo con Isaia e la città di Betlemme a sinistra; nella fascia inferiore del mosaico, Agnus Dei con le 12 pecore (gli apostoli). Sotto il mosaico, Cristo, la Vergine e gli apostoli, affresco ridipinto del secolo XIV; sul piedritto dell’arcone, edicola con rilievo (il cardinale titolare Giacomo Caetani adorante la Vergine, 1299). La Navata di destra: nella prima cappella, di S. Domenico, scene della vita del santo, tele attribuite al Conca. Di fianco al presbiterio, monumento di Giovanni Francesco Brusati di Luigi Capponi (1485) e monumento del cardinale Bartolomeo Roverella (1476) di Giovanni Dalmata e aiuti. Nella Cappella terminale, statua del Battista (fine secolo XVI) e coevi affreschi attribuiti a Jacopo Zucchi. La Navata di sinistra: nella Cappella terminale, "Madonna del Rosario tra i Ss. Domenico e Caterina" del Conca (1714); a destra "Madonna con Bambino e S. Giovannino" di Jacopo Zucchi. Alla parete sinistra monumento del cardinale Antonio Venier (1479), attribuito all’ambiente di Isaia da Pisa, con colonnine e capitelli provenienti dal tabernacolo fatto costruire nel secolo VI dal futuro Giovanni II (le sinopie sulla parete sono quelle degli affreschi della cappella di S. Caterina). Chiusa da una cancellata, la cappella di S. Caterina accoglie i celebri affreschi di Masolino da Panicale eseguiti per il cardinale Branda Castiglioni (1428-31); all’esterno del piedritto di sinistra dell’arcata, S. Cristoforo e, sull’arco soprastante, Annunciazione; nell’intradosso dell’arcata, apostoli; nella volta della cappella, evangelisti e padri della Chiesa; sulla parete di fondo, Crocifissione; sulla parete destra storie della vita di S. Ambrogio; su quella sinistra, in due registri, scene della vita di S. Caterina d’Alessandria.
ORARI E INDIRIZZI:
Via Labicana, 95 entrata da Via di San Giovanni in Laterano - Aperta da lunedì a sabato dalle ore 9:00/12:30 alle ore 15:00/18:00, domenica dalle ore 12:15 alle ore 18:00 - Per informazioni Tel. 06.7740021
COME ARRIVARCI:
METRO B, B1 (fermata COLOSSEO) - BUS 51, 75, 85, 87, C3, N10, N11 (fermata LABICANA) - TRAM 3, 8 (fermata LABICANA)
LINK ESTERNI:
Basilica di San Clemente
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Alla Basilica Inferiore si scende dalla Sagrestia attraverso una scala decorata da frammenti di sculture e calchi in gesso provenienti dalla Basilica del secolo IV e dal Mitreo. Il Nartece accoglie sulla parete un affresco assai svanito (Cristo benedicente e santi) del secolo IX e due dell' XI: Miracolo di San Clemente con, sotto, San Clemente, il committente Beno de Rapiza e la sua famiglia e la Traslazione delle reliquie di San Clemente. La Navata centrale ha gli intercolumni tamponati da muri che reggono con altri la Basilica Superiore ed è tagliata longitudinalmente dal muro di sostegno del colonnato della navata destra di quella. A sinistra affreschi poco leggibili dell'epoca di Leone IV con l'Assuzione, in basso gli apostoli, ai lati Leone IV (col nimbo quadrato dei viventi) e S. Vito; a fianco Crocifissione (con Cristo vivente), Maria al sepolcro, Discesa di Gesù al limbo, Nozze di Cana. Alla parete sinistra Leggenda di S. Alessio, affresco del secolo XI-XII con, sul registro superiore, parte di un pannello con Cristo in trono fra angeli e santi; poco avanti, un altro affresco raffigura la Leggenda di Sissinio (i comandi e gli appellativi che accompagnano la scena dei servi di Sissinio che portano una colonna al posto del papa, sono un importante documento del primissiomo volgare italiano), mentre sopra è la parte inferiore di un affresco con San Clemente in cattedra tra santi. Sulla Navata di destra a metà della parete, nicchia con Madonna in trono con il Bambino (secolo VIII-IX), Sarcofago con Fedra e Ippolito (secolo I). Sulla Navata di sinistra resti di una tomba, forse di S. Cirillo.
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Per una scala in fondo alla navata si scende, sotto le absidi delle Basiliche superiore e inferiore, alle costruzioni romane di età imperiale e al Mitreo (secolo III), maestosa sala a volta ribassata - con intradosso a superficie scabra di pomice per simulare una spelonca - con banconi in muratura lungo le pareti laterali: nel mezzo è un'ara marmorea (sulle facce, rilievi raffiguranti il dio che immola un toro, due dadofori e un serpente, risalenti ai secoli III-IV). Seguendo il percorso guidato si costeggiano mura che sono forse pertinenti alla Zecca (II a.C.). Dirigendosi verso l'uscita, dietro un cancello del complesso: un volto di Madonna databile tra il IX e XI secolo e un Battistero paleocristiano. Nella Roma imperiale, il mitraismo, un culto maschile della fertilità importato dalla Persia nel I secolo a.C., rivaleggiava per numero di seguaci con il cristianesimo.
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