Prati è il XXII rione di Roma, in epoca romana il territorio dell'odierno rione Prati consisteva in vigneti, e canneti facenti parte delle proprietà di Domizia, moglie di Domiziano, da cui la zona prese il nome di “Horti Domitii” (Orti Domiziani) e in seguito di “Prata Neronis” (Prati di Nerone). Durante il Medievo la zona prese il nome di “Prata Sancti Petri” (Prati di San Pietro) in riferimento all'adiacente basilica vaticana. Fino al 1883 vi si estendeva una vastissima distesa di campi coltivati, prati naturali, pascoli e anche di paludi, punteggiata, soprattutto nella zona delle pendici di Monte Mario, da qualche casale agricolo e per il resto completamente deserta, conosciuta come Pianella di Prati o Pianella d'Oltretevere, o ancora Prati di Castello (in riferimento a Castel Sant’Angelo). Tra le varie zone proposte dopo il 1870 per l’ampliamento della città, quella dei Prati di Castello fu dapprima esclusa per la presunta insalubrità, la possibilità di inondazioni e l’assenza di ponti, ma già il piano regolatore del 1873, pur non includendola nei suoi confini, ne prevedeva l’edificazione con un disegno affine a quello poi realizzato, in cui un tessuto a scacchiera è tagliato diagonalmente dagli assi congiungenti piazza del Risorgimento a piazza del Popolo (l’attuale via Cola di Rienzo con il ponte Regina Margherita) e a Trinità dei Monti (le odierne vie Crescenzio e Vittoria Colonna con il ponte Cavour). Dopo l’avvio della costruzione dei muraglioni del Tevere (1876), e realizzato nel 1878 un ponte provvisorio in asse con via Tomacelli, nessuno ostacolo si frapponeva più all’urbanizzazione dell’area, di cui il piano regolatore del 1883 stabilì il disegno definitivo incentrato su piazza Cavour, dove venne ubicato il palazzo di Giustizia come decretato dalle legge n. 209 del 1881 che prevedeva anche la costruzione delle caserme lungo il limite nord (l’odierno viale delle Milizie), oltre il quale sarebbe sorto il quartiere della Vittoria. L’edificazione ebbe una prima intensa fase negli anni precedenti la crisi edilizia del 1889, investendo soprattutto le aree tra piazza Cavour e il Tevere e, con caratteristiche più popolari, quelle al di là di piazza del Risorgimento, per essere pressoché completata intorno al 1910. La tipologia prevalente era costituita da edifici di quattro o cinque piani per la media borghesia, derivati dalle case d’affitto romane del Sei-Settecento e nobilitati come forme del repertorio classico; non mancava una zona a villini verso il Tevere, che offriva maggiori opportunità all’eclettismo dell’epoca. Negli ultimi decenni la posizione centrale del rione ne ha favorito la progressiva terziarizzazione e, sul finire degli anni ’60 del secolo XX, un processo di sostituzione del tessuto edilizio, ora arrestatosi, ha portato, oltre a negativi riflessi urbanistici, a prodotti spesso privi di qualità formali, che hanno rischiato di comprometterne il carattere.
Il rione Prati confina con:
(Vaticano) Piazza San Pietro,
R.IV/Campo Marzio,
R.V/Ponte,
R.XIV/Borgo,
Q.I/Flaminio,
Q.XIV/Trionfale,
Q.XV/Della Vittoria e
Tevere.