Sia le leggende sia la moderna storiografia legano la nascita della città al corso d’acqua, chiamato prima “Albula”, “Tarentum”, “Coluber”, “Rumor” (da quest’ultimo derivano forse i nomi di Romolo e della città) e poi “Tiberis” che, per la presenza del guado naturale dell’Isola Tiberina all’incrocio tra la via che dall’interno andava al mare e quella che collegava la Campania all’Etruria, divenne polo di aggregazione ‘urbana’. A ridosso dell’ansa del Tevere che abbraccia a nord-est l’Isola Tiberina, la piana acquitrinosa del Velabro (mitico approdo della cesta di Romolo e Remo) ospitò, in corrispondenza del punto di traghetto, il mercato del bestiame (Foro Boario) e degli ortaggi (Foro Olitorio), nuove strutture portuali vennero realizzate nel II secolo a.C., allineate nella pianura a sud-ovest dell’Aventino, dov’è l’odierno rione Testaccio. Via d’acqua che garantiva l’approvvigionamento quotidiano della città e confine naturale tangente alle mura, il Tevere, già sorvegliato dai “Curatores Alvei Tiberi” creati da Augusto e poi dai “Comites Riparum et Alvei Tiberis” istituiti nel VI, cadde con l’alto Medioevo in progressivo abbandono: degli otto ponti ne rimasero cinque e quelli distrutti furono sostituiti con “barche traiettizie” fino al 1847 (quando fu decisa la costruzione di quattro nuovi passaggi in ferro), mentre detriti e case restrinsero l’alveo già invaso dai mulini galleggianti, dalle “passonate” (che su di essi convogliavano le acque) e dalle peschiere, accentuando il millenario problema delle alluvioni. Nonostante la creazione dell’Officio comunale per i porti di Ripa e Ripetta e della Magistratura delle Ripe nel XIV secolo, cui seguirono la Presidenza delle Ripe (istituita da papa Giulio II e abolita nel 1829) e la Prefettura generale di Acque e Strade (soppressa nel 1847), e i numerosi progetti impostati per lo più sulla rettifica del corso del fiume, le piene si susseguirono e disastrose risultarono quelle del 1598 e del 1870; lapidi e ‘manine’ vennero affisse per indicarne il livello, solitamente sui muri di Santa Maria sopra Minerva, di Castel Sant’Angelo e del porto di Ripa Grande (la più antica però è quella sotto l’arco dei Banchi). Alla soluzione si pervenne, nell’ambito del progetto generale di sistemazione del Tevere elaborato da Raffaele Canevari (1876-1900) dopo l’alluvione del 1870, con la costruzione dei muraglioni d’argine, che decretarono una cesura definitiva nel rapporto fra la città e il corso d’acqua, acuita dall’attuale gravissimo livello d’inquinamento. Impensabile appare oggi quanto in passato era la norma: la vendita a domicilio dell’acqua del fiume, potabile e ritenuta salutare, da parte di “acquaroli” o “facchini”, e la frequentazione degli stabilimenti balneari allineatisi da fine Ottocento lungo le rive pescose. Il percorso automobilistico si svolge lungo la riva destra nel tratto tra ponte Milvio e ponte Sublicio, con brevi puntate sulla sponda opposta da effettuarsi a piedi a causa dei sensi della viabilità, e comprende la visita dell’Isola Tiberina, ‘oasi’ suggestiva nonostante le ristrutturazioni otto-novecentesche. L’alternativa pedonale è piacevole specie per il tratto tra ponte Sant’Angelo e l’isola. Da metà primavera a inizio autunno è attivo un servizio di navigazione con battelli che partono dal lungotevere degli Anguillara (isola Tiberina), dal lungotevere Tor di Nona (Ponte e Castel Sant’Angelo), dal lungotevere Marzio (ponti Umberto I e Cavour) e dal lungotevere in Augusta (museo dell’Ara Pacis).
Segui Monno Roma su:
Di seguito i ponti principali di Roma scendendo verso la foce del Tevere:
- PONTE FLAMINIO: progettato nel 1932 dall'architetto Armando Brasini, fu iniziato nel 1939. I lavori, interrotti a causa della seconda guerra mondiale, furono ripresi nel 1947 e conclusi nel 1951. Realizzato in calcestruzzo rivestito di travertino, è ornato da torri marmoree che sorreggono lampioni e da cippi con le distanze delle località raggiunte dalla via Cassia e dalla via Flaminia. Fu costruito a supporto dell'antico ponte Milvio per sostenere il traffico verso Nord. Ha una lunghezza di 255 metri.
- PONTE MILVIO: conosciuto nel medioevo come ponte Mollo per la sua elasticità alle piene del Tevere, fu menzionato per la prima volta nel 207 a.C., fu ricostruito in muratura nel 110 a.C. e dove ebbe luogo, il 28 ottobre del 312, la famosa battaglia tra Costantino e Massenzio. La vittoria di Costantino segnò l’inizio di una nuova era per tutto l’impero. Anticamente costituiva il passaggio sul Tevere sia della via Flaminia che della via Cassia, cui si aggiungevano la via Clodia e la via Veientana. Oggi è aperto al solo transito pedonale e ciclabile.
- PONTE DUCA D’AOSTA: ideato da Enrico Del Debbio nel 1927, fu iniziato nel 1939 e inaugurato nel 1942. Collega lungotevere Flaminio col Foro Italico, in asse con l'obelisco di marmo e lo stadio Olimpico. Realizzato in cemento armato interamente rivestito di travertino di Tivoli. Il ponte, lungo 222 metri, ha tre arcate in cemento armato rivestito interamente di travertino. Sui quattro angoli al piano strada presenta torrette illuminate e decorate con altorilievi realizzati da quattro diversi scultori e raffiguranti scene di battaglie della prima guerra mondiale combattute sui fiumi Isonzo, Tagliamento, Sile ed Adige.
- PONTE RISORGIMENTO: fu progettato e realizzato dall’ing. Giovanni Antonio Porcheddu in occasione del cinquantenario della proclamazione di Roma Capitale d’Italia e per riunire i luoghi dell’Esposizione Internazionale d’Arte, era l’11 maggio 1911. Collega l’area del lungotevere delle Armi con piazza delle Belle Arti. Si tratta di una delle prime opere in cemento armato eseguita in Italia e si sviluppa su un'unica arcata di 100 m di luce per una lunghezza complessiva di 159 metri.
- PONTE MATTEOTTI: progettato dall'architetto Augusto Antonelli col nome di “ponte delle Milizie” poiché in asse con il viale omonimo, fu inaugurato nel 1929 con il nome di "Ponte del Littorio" per poi assumere l'attuale denominazione nel 1945, dedicato a Giacomo Matteotti, rapito nelle vicinanze del ponte. Collega il lungotevere Arnaldo da Brescia (Ministero della Marina) a piazza delle Cinque Giornate nel rione Prati. Ha tre arcate in muratura per una lunghezza di 138 metri.
- PONTE REGINA MARGHERITA: progettata dall’architetto Angelo Vescovali, fu costruito tra il 1886 e 1891 e dedicata alla regina Margherita di Savoia, prima regina d’Italia. Fu il primo in muratura costruito sul Tevere dopo molti secoli. Collega via Cola di Rienzo con piazza del Popolo. Ha tre arcate in muratura rivestite di travertino per una lunghezza di 103 metri.
- PONTE CAVOUR: progettato dall’architetto Angelo Vescovali, fu costruito tra il 1896 e il 1901 anno della sua inaugurazione. Fu intitolato a Camillo Benso, conte di Cavour, uno degli artefici dell’unità d’Italia. Collega piazza del Porto di Ripetta al lungotevere dei Mellini, nei rioni Campo Marzio e Prati. Ogni anno, a partire dal dopoguerra la mattina del 1/o gennaio, si rinnova la tradizione del tuffo nel Tevere da parte di nuotatori che si lanciano dalla spalletta del ponte. Ha cinque arcate in muratura rivestite di travertino ed ha una lunghezza di 110 metri.
- PONTE UMBERTO I: fu realizzato dall’architetto Angelo Vescovali tra il 1885 e il 1895 e dedicato al re d’Italia, Umberto I che lo inaugurò insieme alla consorte Margherita di Savoia. Il ponte collega il palazzo di Giustizia, comunemente detto Palazzaccio, con la zona di piazza Navona. Lungo 105 metro presenta tre arcate in muratura rivestite di travertino e pietra.
- PONTE SANT’ANGELO: noto come pons Aelius (ponte Elio), fu costruito nel 134 d.C. dall’imperatore Adriano per collegare alla riva sinistra il suo mausoleo, oggi Castel Sant’Angelo. Nel VI secolo sotto papa Gregorio Magno il ponte prese il nome di ponte Sant’Angelo. Presenta cinque arcate in peperino e rivestito da travertino. nel 1535 papa Clemente VII fece collocare all’ingresso del ponte le statue di san Pietro e san Paolo, successivamente furono aggiunte altre statue raffiguranti i quattro evangelisti ed i patriarchi Adamo, Noè, Abramo e Mosè. Nel 1669 papa Clemente IX fece costruire un nuovo parapetto, disegnato dal Bernini, sopra il quale furono collocate dieci statue raffiguranti Angeli che portano gli strumenti della Passione. Il ponte collega lungotevere Castello con piazza di Ponte Sant’Angelo.
- PONTE VITTORIO EMANUELE II: detto ponte Vittorio, fu costruito su progetto dell’architetto Ennio De Rossi del 1886, fu inaugurato solo nel 1911, in occasione del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Decorato da alti basamenti con Vittorie alate e gruppi scultorei simbolici, collega Borgo Santo Spirito con corso Vittorio Emanuele II. Presenta tre arcate in travertino ed ha una lunghezza di 110 metri.
- PONTE PRINCIPE AMEDEO SAVOIA AOSTA: inaugurato nel 1942 in sostituzione del ponte dei Fiorentini, collega piazza della Rovere con la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini e corso Vittorio Emanuele II. Il ponte fu dedicato ad Amedeo di Savoia-Aosta, viceré di Etiopia. Lungo 109 metri, presenta tre arcate in muratura e marmo.
- PONTE GIUSEPPE MAZZINI: progettato dagli ingegneri Viani e Moretti, fu costruito tra il 1904 e il 1908, fu dedicato a Giuseppe Mazzini, uno degli artefici dell’unità d’Italia. Il ponte collega via della Lungara a via Giulia, Trastevere con Campo dé Fiori. Presenta tre arcate in muratura ed è ha lunghezza di 160 metri.
PONTE SISTO: conosciuto come pons Agrippae (ponte di Agrippa) fu fatto erigere dall’architetto romano Marco Vipsania Agrippa, genero dell’imperatore Augusto, poco prima della sua morte avvenuta nel 12 a.C. Subì un radicale rifacimento nel 147 sotto l’imperatore Antonino Pio prendendo il nome di Ponte Antonino o Aurelio. A seguito di un restauro nel IV secolo, cambiò nuovamente il nome in ponte di Valentiniano. Crollato a seguito di una piena del Tevere nel 791, sulle rovine dello stesso ponte, sorse l’attuale ponte Sisto, costruito sotto papa Sisto IV tra il 1473 e il 1479, fra le attuali piazza Trilussa, in Trastevere, e via dei Pettinari. Quattro arcate in pietra ed è lungo 108 metri.
- PONTE GARIBALDI: fu progettato dall’architetto Angelo Vescovali e costruito tra il 1884 e il 1888, fu dedicato a Giuseppe Garibaldi, eroe dei due mondi e artefice dell’unità d’Italia. Nel 1959 fu allargato per favorire l’espansione verso Trastevere. Presenta due arcate in acciaio e travertino che poggiano su un pilone centrale collegato all’isola Tiberina tramite una banchina artificiale. Lungo circa 120 metri, collega il rione Trastevere (piazza Giuseppe Gioacchino Belli) con via Arenula.
- PONTE CESTIO: oggi ponte di San Bartolomeo, dalla basilica di San Bartolomeo all’Isola, è uno dei due ponti dell’isola Tiberina. Fu fatto costruire da Lucio Sestio tra il 44 e il 46 a.C. Subì vari restauri ma fu completamente ricostruito nel 370 con materiale di recupero provenienti dal vicino Teatro Marcello. Fu restaurato tra il 1191-1193 da parte di Benedetto Carushomo, senatore unico di Roma, sotto il pontificato di papa Celestino III. Altri interventi si ebbero nel XV secolo sotto papa Eugenio IV e nel XVII secolo sotto papa Innocenzo XI. Collega l’isola Tiberina con il lungotevere degli Anguillara, sulla riva destra del Tevere, in prossimità di piazza in Piscinula. Presenta tre arcate ed è lungo 80 metri.
- PONTE FABRICIO: detto anche ponte dei Quattro Capi. Fu edificato da Lucio Fabricio nel 62 a.C., curatore delle strade di Roma. Nel 23 a.C. fu restaurato dai consoli Marco Lollio e Quinto Lepido, a causa di una piena del fiume. Ebbe altri restauri nel XV e XVII secolo. Una leggenda popolare racconta che il nome "Quattro Capi" sia dovuto ad una profonda discordia fra quattro architetti, che, incaricati da papa Sisto V del restauro del ponte, finirono per passare alle vie di fatto per futili motivi. Per questo, il pontefice, alla fine dei lavori, li condannò alla decapitazione sul posto facendo però erigere, a ricordo del loro lavoro, un monumento con quattro teste in un unico blocco di marmo. Il ponte ben conservato, è il più antico della capitale esistente nella sua composizione originale. Presenta due arcate in tufo, travertino e mattoni ed ha una lunghezzaz di 62 metri. Collega l’isola Tiberina al Ghetto ebraico, sulla riva sinistra del Tevere.
- PONTE EMILIO: probabilmente risalente alla metà del III secolo a.C., oggi è conosciuto come ponte Rotto, fu ricostruito nel 179 a.C. in occasione del rifacimento del vicino porto fluviale. Nel 142 a.C. i censori Publio Cornelio Scipione Emiliano e Lucio Mummio, sostituirono all’originale passerella lignea delle arcate in muratura. Successivamente il ponte fu restaurato sotto Augusto nel 12 a.C. Dopo vari danni a causa delle piene del fiume sotto papa Giulio III, nel 1552, le arcate vennero completamente ricostruite; nel 1557 un’ulteriore alluvione lo distrusse. Fu ricostruito nuovamente nel 1575 sotto papa Gregorio XIII ma la grande alluvione del 1598 distrusse tre delle sei arcate e il ponte non fu più ricostruito, assumento la denominazione di ponte Rotto. Attualmente resta una sola delle tre arcate cinquecentesche superstiti, che poggia sugli originali piloni del II secolo a.C. ed è affiancato dal ponte Palatino.
- PONTE PALATINO: noto anche come ponte Inglese a causa della circolazione automobilistica a sensi invertiti, come in uso nel Regno Unito, fu costruito tra il 1886 e il 1890 su progetto dell’architetto Angelo Vescovali, in sostituzione del distrutto ponte Emilio. A valle dell’isola Tiberina, collega Trastevere con la Bocca della Verità sul lungotevere Aventino. Ha una lunghezza di 155 metri.
- PONTE SUBLICIO: su progetto dell’architetto Marcello Piacentini, fu inaugurato nel 1919. Prende il nome dal più antico ponte di Roma del VII secolo a.C. e di cui oggi non resta alcuna traccia. Presenta tre arcate in muratura ed è lungo 105 metri. Collega Porta Portese in Trastevere con via Marmorata su lungotevere Aventino.
Segui Monno Roma su: