La basilica di Santa Balbina all’Aventino, di cui la prima menzione di un “titulus Sanctae Balbinae”, figlia del martire Quirino e martire anch’essa, risale al 595, benché si possa riferire alla chiesa, fu eretta dopo le invasioni barbariche su un’aula appartenente probabilmente alla casa di Lucio Fabio Cilone (console nel 204), il “titulus Tigridae” menzionato nel 499. Il tempio, restaurato nel VIII secolo e poi da Marco Barbo, nipote di papa Paolo II, nel 1489 (iscrizione sulla capriata centrale), ebbe sostituite sotto papa Sisto V con pilastri le colonne del portico e affrescata nel 1599 l’abside, il cui catino a mosaico era caduto nel XII secolo; dopo i saccheggi del ‘600, fu di nuovo officiata dal 1698 e restaura nel 1813, nel 1825 e infine nel 1927-1930, quando Antonio Munoz diresse il radicale ripristino cui deve l’odierno aspetto, con semplice facciata laterizia a salienti, portico a pilastri tuscanici (reperti classici e paleocristiani) e finestre centinate.
ORARI E INDIRIZZI:
Piazza di Santa Balbina, 8 - Per la visita contattare i numeri indicati Tel. 06.5780207 / 06.5750969 / 320.7276453
COME ARRIVARCI:
METRO B e B1 (fermata CIRCO MASSIMO) - BUS 160 (fermata BACCELLI) 715 (fermata LEON BATTISTA ALBERTI) 118, 628 (fermata TERME DI CARACALLA/PORTA CAPENA)
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L’interno della basilica di Santa Balbina, che vi si accede dal cortile del contermine “convento”, costruito nel Medioevo su strutture di età adrianea di cui restano tracce in opus mixtum nel muro di destra entrando, consiste in una fredda aula absidata con nicchie quadrate e semicircolari nei lati; le finestra transennate, il pavimento (i mosaici bianchi e neri provengono dalla necropoli scavata nel 1939 per l’apertura della via Imperiale) e la schola cantorum sono ripristini del Munoz, mentre le capriate sono quattrocentesche. Sulla parete d’ingresso a destra, “monumento funebre di Stefano de Surdis” (metà 1303) firmato “Johs filius magis Cosmati fecit hoc opus”, proveniente dall’antica San Pietro (il prospetto del giaciglio funebre è moderno). Nella 4/a nicchi di destra: “Crocifissione”, rilievo marmoreo attribuito a Mino da Fiesole e Giovanni Dalmata. Nell’altare maggiore (1742), urna di diaspro contenente le reliquie dei Ss. Balbina, Felicissimo e altri; nel catino, “Redentore in gloria tra i Ss. Balbina, Felicissimo e Quirino con un pontefice”, affreschi di Anastasio Fontebuoni fatti eseguire nel 1599 da papa Clemente VIII, il cui stemma è sull’arco trionfale (nel lato destro, restauro 1932); dietro l’altare, “cathedra episcopale” cosmatesca (XIII secolo). Nella 6/a nicchia a sinistra: nel pavimento, antico altare con pozzetto per le reliquie; alla parete, affresco “Crocifisso di Pietro” assai rovinato. Nella 3/a nicchia, cippo con croce musiva (XIV secolo); alle pareti, affrescate su due strati, “Madonna, Bambino e apostoli” e, nel catino, medaglione ad affresco con “immagine di Cristo” (fine XIII secolo) di ambito di Pietro Cavallini; nello strato più antico, “Madonna e il Bambino con i Ss. Pietro e Paolo”.
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Piazza di Santa Balbina, 8 - Per la visita contattare i numeri indicati Tel. 06.5780207 / 06.5750969 / 320.7276453
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