Chiesa San Marcello al Corso

(Chiesa di San Marcello al Corso / Video di Massimo Nalli)

Chiesa San Marcello al Corso

>La chiesa di San Marcello al Corso, fondatore del “titulus Marcelli”, ricordato dal 418 ma risalente alla fine del secolo precedente, fu identificato con l’omonimo pontefice che secondo la leggenda fu costretto da Massenzio a servire nel “Catabulum”, la sede centrale del servizio postale di Roma antica posta nei pressi, e le cui spoglie furono qui traslate tra la fine del VIII secolo e inizi del IX secolo; ricostruita nel XII secolo, fu ceduta nel 1368 ai Servi di Maria. Distrutta da un incendio nel 1519, se ne iniziò la ricostruzione con l’attuale orientamento stto la direzione di Jacopo Sansovino, sostituito nel 1527 da Antonio da Sangallo il Giovane e Annibale Lippi; completata nel 1592, ebbe aggiunta da Carlo Fontana la facciata nel 1682-1686, mentre la decorazione dell’interno proseguì fino al ‘700. Al 1861-1867 (Virginio Vespignani) e al 1923 datano i principali restauri. La facciata tutta di travertino, capolavoro del Fontana, è un’esemplare versione tardo-barocca dello schema già espresso nella quattrocentesca Santa Maria del Popolo. I due ordini corinzi, nei quali sono protagoniste le colonne libere addensate nella parte centrale, sono raccordati alle ‘quinte’ laterali dall’invenzione naturalistica dei fasci di palme che sostituiscono le rinascimentali volute; l’apparato plastico-decorativo è completato dalle sculture di Francesco Cavallini (due figure allegoriche sul frontone curvilineo spezzato e quattro santi) e dal bel rilievo (San Filippo Benizi rinuncia alla tiara) entro un medaglione che è retto da due angeli di Ercole Antonio Raggi. L’interno della chiesa, sansoviniano, è a navata unica con cinque cappelle per lato, aperte da arcate tra paraste corinzie sorreggenti il cornicione sopra il quale sono altrettante finestre rettangolari, e presbiterio absidato; nel restauro purista del Vespignani furono rifatti l’altare maggiore e la decorazione dell’abside, ridipinto il soffitto a lacunari lignei del 1592-1597 ed eliminati molti ornamenti, sostituti dalle pitture di Silverio Capparoni e G.B. Polenzani. Nella parete di controfacciata, "Crocifissione" di G.B. Ricci (1613, suoi gli affreschi tra le finestre e sull’arcone). A sinistra dell’ingresso duplice "monumento del cardinale Giovanni Michiel e di suo nipote Antonio Orso", di Jacopo Sansovino. Nella 1/a cappella di destra: "Annunciazione" di Lazzaro Baldi e affresco prospettico di Tarquinio Ligustri; qui è di solito conservato il "gruppo ligneo della Pietà" (1700). Nella 2/a cappella, architettura di Francesco Ferrari: "Martirio delle Ss. Degma e Merita" di Pietro Barbieri (1727); alle pareti "monumenti di Maria Colomba Vincentini e di Giovanni Muti" di Bernardino Cametti (1725); "Pulpito su angelo" di Pietro Paolo Naldini. Nella 3/a cappella: "Madonna col Bambino", affresco del tardo ‘300 entro raffinata cornice del secolo successivo con bassorilievo (Pietà); alla parete di fondo, "episodi della vita della Vergine" di Francesco Salviati; affreschi e dipinti del Ricci; a destra "monumento del vescovo Matteo Grifoni" (1567) di Stoldo Lorenzo. Nella 4/a cappella: "Crocifissione" ligneo del XV secolo e prezioso ciborio di pietre dure su disegno di Francesco Carlo Bizzaccheri (1691); sotto la mensa, "cippo" del III secolo, ornato ai lati da insegne militari e ridecorato sulla fronte a opus sectile nel XII secolo; a sinistra "monumento del cardinale Ercole Consalvi e del fratello" di Rinaldo Rinaldi (1831); nella volta "Creazione di Eva, Marco e Giovanni", affreschi di Perin del Vaga che iniziò anche "Matteo e Luca", terminati da Daniele da Volterra. Nella 5/a cappella, su disegno di Ludovico Rusconi Sassi (1725): "San Pellegrino Laziosi risanato dal Redentore" e, ai lati, "Miracolo del santo" e "Miracolo della Madonna del Fuoco" di Aureliano Milani; a destra "monumento del cardinale Fabrizio Paolucci" di Pietro Bracci (1726), a sinistra "monumento del cardinale Camillo Paolucci" di Tommaso Righi (1776). Sulla parete di fondo della sagrestia (1661), "Crocifissione" attribuito ad Antonie Van Dyck; in un vano annesso, "sarcofago" cristiano del IV secolo. Abside, architettura di Annibale Lippi del 1569 modificata da Vespignani: la conca, il sottarco e i santi tra le finestra hanno affreschi del Ricci ritoccati dal Polenzani, autore di quelli della parte inferiore; la "Gloria di San Marcello" sull’altare è del Capparoni. Nella 5/a cappella a sinistra: "San Filippo Benizi" di Pier Leone Ghezzi (1725). Nella 4/a cappella (Frangipane): "Conversione di San Paolo", dipinto su lavagna di Federico Zuccari (1560); nella volta e ai lati, "storie di San Paolo" di Taddeo Zuccari completate dal fratello Federico; dei sei busti di personaggi Frangipane quelli a destra, "Muzio e i figli Roberto e Lelio" sono di Alessandro Algardi (1630-1640). Nella 3/a cappella: "Addolorata" del Naldini; ai lati "Sacrificio di Isacco e Ritrovamento di Mosè" di Domenico Corvi. Nella 1/a cappella: "Madonna e i sette santi fondatori dei Serviti" di Agostino Masucci e dipinti del Naldini.

ORARI E INDIRIZZI:
Piazza San Marcello al Corso, 5 - Aperta da lunedì a venerdì dalle ore 7:00 alle ore 24:00, sabato dalle ore 9:30 alle ore 24:00, domenica e festivi dalle ore 9:00 alle ore 24:00; nei mesi di luglio e agosto da lunedì a sabato dalle ore 9:30 alle ore 24:00, domenica e festivi dalle ore 9:00 alle ore 24:00 - Per informazioni Tel. 06.6793910

COME ARRIVARCI:
BUS 51, 62, 63, 80, 83, 85, 119, 160, 492, C3 (fermata CORSO/SS.APOSTOLI) 30, 46, 62, 64, 70, 81, 87, 130F, 190F, 492, 628, 916, 916F (Fermata PLEBISCITO)

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