La Fontana dell’Acqua Acetosa, restaurata più volte da vari pontefici, si trova all’interno di un parco recintato in una piccola conca posta sotto il livello stradale a cui si accede tramite una scalinata. Un’epigrafe di fianco alle tre piccole vasche, fatte incidere nel 1619 da papa Paolo V (1605-1621), enumera i mille mali per i quali quell’acqua digestiva e rinfrescante è salutare: “Renibus et stomacho, spleni corique medetur – Mille malis prodest ista salubris aqua” (quest’acqua salubre è medicina al male dei reni, dello stomaco, della milza e del fegato e giova contro mille altri mali). A questa iscrizione furono aggiunte altre due, corrispondenti a due momenti diversi nelle vicende storiche della fontana. La più grande, posta nel timpano, ricorda l’opera di papa Alessandro VII Chigi (1655-1667); l’altra, di minori dimensioni inserita nel riquadro sopra la nicchia centrale, ricorda il risanamento voluto da papa Clemente XI (1700-1721) nel 1712. Nella primavera di quell’anno, infatti, la quantità di acqua era molto diminuita, provocando lunghe e snervanti soste dei visitatori presso la sorgente. Inoltre era peggiorata anche la qualità dell’acqua. Le proteste del popolo avevano richiamato l’attenzione della magistratura municipale che informò il pontefice. Papa Clemente XI deferì lo studio del risanamento ad una commissione presieduta dal camerlengo che allora era il card. Giovanni Battista Spinola. Tra gli altri, si occuparono del problema monsignor Giovanni Maria Lancisi, medico di Sua Santità, e l’architetto Egidio Maria Bordoni, addetto alla presidenza delle acque. Grazie ai lavori di riassetto fu possibile attingere acqua con più comodità, mentre prima l’operazione risultava molto difficile per il fango che circondava la conca naturale. La fonte, fatta costruire da papa Paolo V, originariamente consisteva in una parete sobriamente ornata; tra il 1644 e il 1655 fu papa Innocenzo X (1644-1655) a far restaurare la fontana, mentre papa Alessandro VII fece erigere nel 1661 il prospetto architettonico ad esedra che ancora si conserva, su progetto del Bernini. Nell’ottocento l’acqua della fonte veniva venduta in città dai cosiddetti “acquacetosari”, una corporazione di venditori ambulanti. Tuttavia nel 1910 il Comune di Roma provvide all’appalto dell’Acqua Acetosa e così scomparvero questi insoliti venditori. Ora la fonte è chiusa.
ORARI E INDIRIZZI:
Via Enrico Elia - La fontana è visibile tutti i giorni 24 ore su 24 - Per informazioni Tel. 06.0608
COME ARRIVARCI:
BUS 52, 168 (fermata STAZIONE ACQUA ACETOSA) - FERROVIA ROMA NORD (fermata ACQUA ACETOSA)
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