Il Foro di Cesare, segnalato nel giardino dalla statua dell’imperatore (riproduzione bronzea di quella marmorea nel palazzo Senatorio), fu progettato dallo stesso Cesare, consacrato nel 46 a.C. e ultimato da Augusto. Presentava un semplice impianto: una piazza rettangolare allungata (metri 160x75) e circondata da portici, con il tempio di Venere Genitrice addossato al fondo. In occasione della costruzione del proprio foro, Traiano ricostruì anche questo, ampliando la piazza verso ovest ed erigendo la “basilica Argentaria”. Al foro (se ne osserva circa metà della piazza, con alcune colonne, ascrivibili al rifacimento operato da Diocleziano, del lato sud-ovest del porticato doppio e alle spalle di questo una serie di “Tarbernae” in blocchi di pietra gabina e travertino) si scendeva da una scala in travertino al limite del “clivus Argentarius”, l’antica strada, in parte conservatasi, che correva tra il foro e il Campidoglio e ai lati della quale sono resti o tracce di tabernae in laterizio. In seguito allo scavo sono state rialzate tre colonne, sormontate da trabeazione, del “Tempio di Venere Genitrice”, in origine con otto colonne sulla fronte e nove sui lati mentre il fondo ne era privo in quanto addossato al terreno; del complesso restano il podio e, a terra, frammenti ascrivibili al rifacimento traianeo. La doppia serie di pilastri in laterizio sorreggenti volte sono da riferire alla “basilica Argentaria” (dei banchieri); sul rivestimento d’intonaco che ricopriva le pareti sono stati scoperti graffiti di versi dell’ “Eneide”. Nel Medioevo vi venne adattata una chiesetta, di cui rimane il pavimento a marmi colorati.
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Parco Archeologico del Colosseo - Foro Romano
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