Il “Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco”, che nell’interno della “Farnesina ai Baullari” trova sistemazione dal 1948, fu donato alla città nel 1902 dal barone Giovanni; è una collezione non di ampia dimensione ma interessantissima (vi sono rappresentate l’arte egizia, assira, cipriota, greca con parecchi originali, etrusca e romana) perché venne creata con l’intento di illustrare la storia dell’arte antica, con particolare riguardo alla scultura. Le 400 opere della collezione Barracco, suddivise a seconda della civiltà di appartenenza, sono distribuite in nove sale espositive: tra la I e la II sala le opere egizie, che vanno dalle testimonianze delle prime dinastie a quelle dell’età tolemaica; nella II sala sono conservate anche opere provenienti dalla Mesopotamia, dai chiodi di fondazione e dalle tavolette in scrittura cuneiforme del III millennio avanti Cristo, fino ai rilievi provenienti dai palazzi neo-assiri databili tra il IX e il VII secolo a.C. La III sala conserva due importanti esemplari di arte fenicia, insieme a poche ma significative testimonianze di arte etrusca. Nella IV sala sono esposte le opere provenienti da Cipro, importante crocevia di civiltà al centro del Mediterraneo orientale. Al II piano si sviluppa il percorso dedicato all’arte classica: nella V sala una impressionante galleria di opere illustra, con sculture originali e con pregevoli copie di età romana, le maggiori scuole della scultura greca del V secolo a.C. Nella successiva VI sala si trovano notevoli copie romane riferibili a opere classiche e tardo-classiche, insieme ad alcune pregevolissime sculture funerarie provenienti dalla Grecia. Nella VII e VIII sala, oltre a una importante collezione di ceramiche greche e italiche, si completa il percorso dell’arte greca con opere riferibili al periodo di Alessandro Magno fino alle ultime manifestazioni dell’arte ellenistica e alla loro ripresa in età romana. Il percorso di visita si chiude con la IX sala che conserva alcune testimonianze di arte decorativa e di opere provenienti da monumenti pubblici di età romana, fino ad alcuni esemplari di arte medievale.
ORARI E INDIRIZZI:
Corso Vittorio Emanuele II, 166/A - Aperto (ottobre/maggio) da martedì a domenica dalle ore 10:00 alle ore 16:00, 24 e 31 dicembre dalle ore 9:00 alle ore 14:00; (giugno/settembre) da martedì a domenica dalle ore 13:00 alle ore 19:00; lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre chiuso - Per informazioni Tel. 06.0608
COME ARRIVARCI:
BUS 46, 62, 64, 916, 916F (fermata CORSO VITTORIO EMANUELE/SANT’ANDREA DELLA VALLE) 30, 70, 81, 87, 492, 628 (fermata RINASCIMENTO)
LINK ESTERNI:
Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco
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La Farnesina ai Baullari, più propriamente palazzetto Leroy ma detto anche la "Piccola Farnesina", è una delle più preziose architetture del primo ‘500 romano. Lo iniziò nel 1522-1523 il prelato bretone Thomas Le Roy (latinamente De Regis), che era giunto a Roma al seguito di Carlo VIII: i gigli di Francia che costui ottenne da Francesco I di poter aggiungere all’ermellino di Bretagna nel proprio stemma furono successivamente confusi con quelli dei Farnese, originando la denominazione con cui il palazzo è popolarmente noto e la credenza, diffusasi nel’800, che l’edificio fosse opera di Michelangelo, attivo nel non lontano palazzo di quella famiglia. Alcuni studiosi attribuiscono il progetto dell’edificio ad Antonio da Sangallo sulla base di disegni cinquecenteschi che ne riproducono la pianta e i prospetti; ricerche più recenti hanno invece attribuito il disegno dell’edificio a Jean de Chenevières, architetto di S. Luigi dei Francesi. Dal 1671 ai primi del XIX secolo fu dei Silvestri e nel 1885 venne acquistato dal comune. L’apertura del corso, isolando l’edificio, comportò l’invenzione di una quarta facciata, divenuta la principale, con conseguente ribaltamento dell’ingresso e della sequenza di fruizione dell’interno; nel 1898-1904 Enrico Guj aggiunse il nuovo prospetto accostando la partitura di quello originario e l’alzato a logge del cortile, restaurò radicalmente l’interno e creò la terrazzetta verso via dé Baullari che raccorda il vecchio livello con il nuovo. La facciata originaria su vicolo dell’Aquila presenta le fasce marcapiano e il cornicione decorati con i gigli e gli ermellini araldici del Le Roy; la partitura è ripetuta nel fianco che prospetta sull’altro ramo del vicolo. L’originalissimo fronte posteriore (ora su via dé Baullari), delimitato dal muro alto quanto il basamento bugnato, esibisce all’esterno lo ‘spaccato’ del cortile, con i tre ordini aperti a portico e logge, inquadrato dalle testate composte senza preoccupazione della simmetria. L’intervento di Enrico Guj si concretizzò qui nell’aggiunta della finestra del piano nobile e nelle bugne in verticale ai lati.
ORARI E INDIRIZZI:
Corso Vittorio Emanuele II, 166/A - Aperto (ottobre-maggio) da martedì a domenica dalle ore 10:00 alle ore 16:00, 24 e 31 dicembre dalle ore 9:00 alle ore 14:00; (giugno-settembre) da martedì a domenica dalle ore 13:00 alle ore 19:00, lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre chiuso - Per informazioni Tel. 06.0608
COME ARRIVARCI:
BUS 46, 62, 64, 916, 916F (fermata CORSO VITTORIO EMANUELE/SANT’ANDREA DELLA VALLE) 30, 70, 81, 87, 492, 628 (fermata RINASCIMENTO)
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