Stanze di Raffaello

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Stanze di Raffaello

Le Stanze di Raffaello, nelle quali si entra in fondo alla Sala dell’Immacolata a destra per uno stretto passaggio, sono così dette perché l’artista ne curò, dal 1508 al 1520, l’apparato decorativo, creazione tra le più famose e rappresentative della pittura italiana. Costruite sotto papa Niccolò V, furono dapprima decorate da Benedetto Bonfigli, Andrea del Castano e Piero della Francesca; successivamente fu la residenza di papa Giulio II (1503-1513) e dei suoi successori fino a Gregorio XIII (1572-1585), posta al secondo e terzo piano del Palazzo Pontificio, in corrispondenza dell’Appartamento Borgia. Nel 1508 Giulio II (1053-1513) fece riprendere la decorazione da uno stuolo di artisti scelti da Bramante, tra i quali il Perugino, Sodoma, Bramantino, Baldassarre Peruzzi e Lorenzo Lotto. Quando però, dietro suggerimento di Bramante, papa Giulio II ebbe messo alla prova il giovane Raffaello Sanzio, chiamato da Firenze, gli affidò tutta la decorazione delle stanze e licenziò gli altri artisti. Le Stanze sono quattro e hanno tutte pianta rettangolare e copertura a crociera: la Stanza della Segnatura (1509-1511), così chiamata perché destinata alla firma degli atti ufficiali: "Segnatura Gratiae et Iustitiae". Gli affreschi furono tutti eseguita da Raffaello e rappresentano la categoria del sapere: teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza; la Stanza di Eliodoro (1512-1514), affrescata da Raffaello su indicazione di papa Giulio II, descrive miracolosi interventi di Dio a protezione della Chiesa; la Stanza dell’incendio di Borgo (1514-1517), fu l’ultima delle sale di Raffaello poiché era ormai preso da altre commissioni papali. L’esecuzione degli affreschi furono affidati, in larghissima parte, ai suoi aiutanti: Giulio Romano, Giovan Francesco Penni, Giovanni da Udine e altri. Il tema principali era quello di esaltare la figura di papa Leone X attraverso storie tratte dalla vita di altri due papi: Leone III e Leone IV, attraverso scene con riferimento del pontificato attuale, citazioni classiche e letteraria tipiche della corte pontificia; la Sala di Costantino (1517-1525), commissionata da Clemente VII, fu quasi tutta decorata da Giulio Romano dopo la morte di Raffaello (1520), in base alle direttive già fissate al tempo di Leone X. Il tema principale: storie di Costantino Magno che mira all'esaltazione della Chiesa, della sua vittoria sul paganesimo e al suo insediamento nella città di Roma; la Loggia di Raffaello, cui si accede dalla Sala di Costantino, è un ambiente posto al secondo piano dei tre che circondano il cortile di San Damaso, Raffaello ne continuò la costruzione, durata forse dal 1512 al 1518, avviata in precedenza dal Bramante. Famosa per un ciclo di affreschi della scuola di Raffaello riproducenti decorazioni con storie bibliche e grottesche.

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