Il tempio dei Càstori fu eretto, a destra di quello di Cesare, nel 484 a.C. dal figlio del dittatore Aulo Postumio per sciogliere il voto fatto dal padre a Castore e Polluce, i Dioscuri (da qui l’altro nome del tempio), durante la battaglia del lago Regillo (499 a.C.). L’edificio, periptero (8x11 colonne) sul podio e con ampio pronao, venne ricostruito almeno tre volte, una delle quali, nel 117 a.C., a opera di Lucio Cecilio Metello Dalmatico, l’altra, del 6 d.C., a opera di Tiberio (a tale intervento risalgono le tre colonne corinzie scanalate in marmo di Paro con trabeazione, appartenenti al fianco est del tempio). Scavi sul podio hanno precisato le dimensioni dell’edificio originario di tipo tuscanico, della cui decorazione fittile sono stati rinvenuti eccellenti frammenti con raffigurazioni di satiri e menadi. L’area retrostante al tempio accoglie l’ “oratorio dei Quaranta Martiri”, adattato con l’aggiunta di un abside in un edificio forse di età traianea e decorato da affreschi rovinatissimi (“Supplizio dei martiri di Sebaste durante le persecuzioni di Diocleziano”) del VIII-IX secolo. A sinistra di questo, l’ “edicola di Giuturna”, restaurato nel 1954, è preceduta da un puteale e da un’ara di età severiana con figure di Turno e Giuturna. La vicina vasca quadrilatera con nucleo centrale di forma rettangolare (fine II secolo a.C.) è il “lacus Juturnae”, fonte alle cui acque i Dioscuri abbeverarono secondo la leggenda i cavalli dopo aver portato la notizia della vittoria del lago Regillo.
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